Come non pensare a qualcuno o qualcosa?

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Per smettere di pensare costantemente a qualcuno o qualcosa, puoi provare queste strategie:

  1. Distrazione: Impegnati in attività che richiedono concentrazione, come sport, hobby, o nuove esperienze.
  2. Meditazione e Mindfulness: Pratica la meditazione per calmare la mente e concentrarti sul presente.
  3. Parla con qualcuno: Condividi i tuoi pensieri con amici, familiari o un terapeuta.
  4. Affronta le emozioni: Riconosci e accetta i tuoi sentimenti, invece di reprimere o evitare i pensieri.
  5. Routine e Obiettivi: Stabilisci una routine quotidiana e imposta obiettivi a breve e lungo termine per mantenere la mente focalizzata.
  6. Esercizio fisico: L’attività fisica può aiutare a ridurre lo stress e migliorare il tuo umore.
  7. Tempo e Pazienza: Ricorda che il tempo è un grande alleato nel processo di dimenticare qualcuno o qualcosa.
  8. Evita i ricordi: Cerca di evitare situazioni, luoghi, o oggetti che ti ricordano quella persona o cosa.
  9. Scrittura riflessiva: Scrivere i tuoi pensieri in un diario può aiutare a elaborarli e a lasciarli andare.
  10. Sonno adeguato: Assicurati di dormire a sufficienza, poiché la stanchezza può intensificare le emozioni negative.

Ricorda, queste sono linee guida generali e possono funzionare in modo diverso per persone diverse. Se ti trovi a lottare con pensieri persistenti che influenzano negativamente la tua vita quotidiana, potrebbe essere utile consultare un professionista della salute mentale.

Cosa sono e come si formano i pensieri?

non pensare a qualcuno o qualcosa

Quanto è difficile definire il pensiero? Potremmo definirlo come l’attività della mente su cui si fonda e si sviluppa la personalità di ciascuno di noi, in relazione anche all’ambiente e alle interazioni con gli altri.

Lascio ai professionisti della psicologia generale e ai filosofi le definizioni più complesse. In questa sede, mi sembra utile specificare come la facoltà di pensiero sia in grado di plasmare ed eventualmente modificare il carattere di ognuno di noi, ma soprattutto la percezione della realtà che ci circonda. Che raggiunga il livello della coscienza o che rimanga relegata all’inconscio, l’elaborazione di stimoli, episodi, incontri può essere tanto complessa e sfaccettata da ritorcersi contro l’Io e relegarlo ad uno stato di sofferenza o, addirittura, di patologia.

In questo senso, talvolta tentare di non pensare a qualcosa o qualcuno che ci ha segnato nel profondo finisce per sortire l’effetto diametralmente opposto. Proprio così, sembra impossibile, ma quella che nasce come una “semplice” interazione tra mediatori chimici e recettori, si trasforma nello strumento più potente a disposizione dell’essere umano, il pensiero, in grado di elevarci o di distruggerci se non dominato in maniera ottimale e finalizzata.

Quali sono i tipi di pensieri nell’essere umano?

non pensare a qualcuno o qualcosa lampadina concetto pensiero

Nel complesso, pensiero e personalità sono strettamente intrecciati e definiscono il carattere di ciascuno di noi. Avrai senza dubbio notato come alcune persone appaiono più lucide e proiettate nella risoluzione razionale di problemi, mentre altre sembrano più sognatrici e guidate da pensieri meno logici ma più fantasiosi. Il pensiero individuale trova infatti la sua “impalcatura” nel temperamento innato e nelle esperienze che guidano la crescita durante l’età evolutiva. In questo senso, ognuno di noi impara a pensare in modo estremamente variegato.

Se si tratta poi di discutere delle tipologie di pensieri intrusivi nell’essere umano, allora è possibile definire alcune macrocategorie che tendono a presentarsi in maniera piuttosto frequente. I pensieri intrusivi o ossessivi più frequenti possono essere riferiti alla violenza (declinata nella sua forma fisica, verbale, passivo-aggressiva e altro), alla sessualità e all’identità di genere, a relazioni interpersonali (con partner, genitori, amici o parenti) e al credo religioso.

A prescindere dalla natura del pensiero ossessivo, questo tenderà ad inveterarsi, ovvero la sua ricorsività sarà sempre più intensa e diverrà sempre più “reale” nella mente di chi lo produce, connotandosi anche con reazioni neurovegetative e psicologiche che possono farsi francamente patologiche, configurando disturbi d’ansia, depressione o disordini ossessivo-compulsivi.

Qual è la differenza tra pensiero e ossessione?

non pensare a qualcuno o qualcosa concetto di pensiero ossessivo

È importante specificare che non tutti i pensieri ricorrenti divengono necessariamente intrusivi nella vita di relazione del soggetto. Quando un pensiero diviene ossessivo in senso patologico? Semplice, quando assume un ruolo di centralità nell’esistenza di chi si trova ad affrontarlo, quando cioè diviene preponderante, invadente e del tutto incontrollabile, tanto da provocare uno stato di sofferenza in chi lo sperimenta.

In sostanza quindi, il problema non è tanto il pensiero in sé, quanto piuttosto il peso che chi lo produce è solito conferirgli caricandolo di realtà. Quando si configura tale disturbo, allontanare un pensiero dalla propria mente è davvero molto difficile e anzi, ogni tentativo non riuscito finisce per aumentare lo stato d’ansia e di prostrazione di chi si trova intrappolato in tale circolo vizioso.

Insomma, la differenza tra “semplici” pensieri, magari riferiti ad un congiunto venuto a mancare, ad una ex fidanzata o ad un qualsiasi irrisolto, e ossessioni vere e proprie, sta nel ruolo (e nella frequenza di presentazione) che assumono nel contesto della quotidianità di chi li sperimenta e nell’attribuzione di realtà che da tale centralità scaturisce.

Chi comanda i pensieri?

Come dicevo poche righe più in su, il pensiero dipende da molteplici aspetti, a partire dal temperamento innato, dal percorso di formazione culturale, dalle dinamiche familiari e sociali in generale. Se mi chiedessi invece “chi comanda i pensieri”, potrei risponderti solamente in un modo: dovresti essere in grado di comandarli tu, governandoli in modo funzionale e finalizzato.

Sarebbe bello se fosse così semplice, vero? Purtroppo, invece, molto spesso finiamo per cadere in balìa di pensieri che irrompono nella nostra mente acquisendo un ruolo centrale. Sono sicuro che sarà capitato anche a te, e sono altrettanto certo del fatto che vi avrai risposto tentando di scacciarli senza ottenere un risultato reale, giungendo, in ultima analisi, all’esaurimento delle tue risorse cerebrali.

Infatti, il tentativo di sopprimere pensieri particolarmente invasivi, nella maggior parte dei casi, non è affatto efficace e anzi espone ad un effetto “rebound”, per il quale ogni tentativo di scacciare il pensiero in questione finisce per amplificarne l’influenza anche a livello subconscio o inconscio (ti è mai capitato di sognare la persona che ti piace ma alla quale non vorresti pensare?). Il punto è proprio questo, purtroppo non possiamo bloccare il pensiero che ci disturba, ma possiamo intervenire “a monte”, allenandoci a plasmare a nostro favore le emozioni o le sensazioni che ne scaturiscono.

L’altro aspetto chiave che dobbiamo tenere in considerazione, è che i pensieri sono fortemente influenzati dalla percezione di ciò che succede al di fuori di noi. Ho affrontato l’argomento anche nella trattazione dedicata a come gestire l’ansia, e in quella incentrata su come controllare l’arrabbiatura. In esse, ho cercato di spiegare in maniera semplice e diretta come sia possibile ritoccare la concatenazione dei pensieri negativi con un po’ di pazienza e allenamento.

A che età si inizia a pensare?

non pensare a qualcuno o qualcosa bambino che pensa

Come potrai aver desunto da quanto scritto finora, l’atto del pensare è effettivamente parte integrante della vita di un essere umano, fin dal momento della nascita. Inevitabilmente però, l’ideazione e la creazione di pensieri organizzati e definiti necessita di un processo di maturazione, che procede lungo tutto il periodo di sviluppo del bambino.

Cionondimeno è vero anche che, soprattutto nei bambini, è possibile dare un’interpretazione organica dei comportamenti relazionandoli agli stati mentali, al vissuto e all’interpretazione che il bambino stesso dà alla realtà che sta vivendo. Volendola definire con un termine tecnico, la “mentalizzazione” (o teoria della mente) si propone di analizzare proprio la codifica della realtà da parte di un infante, ponendola in relazione con l’ambiente familiare in cui vive e con le abilità (linguistiche e pratiche) che riesce ad acquisire nel tempo per esprimere sentimenti ed emozioni.

Dalla comprensione delle conseguenze pratiche di azioni e comportamenti, alla costruzione di una realtà composita e prospettica, e ancora al riconoscimento di stati interni e alla padronanza dell’immaginazione, il mondo mentale di un bambino che si fa adolescente, e poi ragazzo, è estremamente complesso e variegato.

Certamente, molte delle tappe di crescita psicologica del bambino verranno acquisite pur senza lasciare traccia nella memoria, altre invece, legate magari ad eventi infausti o negativi, potranno condizionare fortemente il suo “Io”, dando il là a possibili pensieri ricorrenti e indesiderati.

Come avrai inteso dunque, la gestione psicologica di un bambino è senza dubbio molto differente rispetto a quella di un adulto. In questo senso, ti consiglio di rivolgerti a un neuropsichiatra infantile o a un terapista specializzato (potresti affidarti ai motori di ricerca di cui ho parlato nel tutorial dedicato a come parlare con uno psicologo online), nel caso in cui dovessi notare comportamenti o stati d’animo anomali in tuo figlio. Tali professionisti valuteranno estensivamente le manifestazioni e sapranno indirizzarti verso un percorso riabilitativo adeguato.

Si possono spegnere i pensieri?

non pensare a qualcuno o qualcosa concetto mindfulness

I pensieri fluiscono ininterrottamente nella nostra mente, che noi ce ne accorgiamo o no. Comprenderai bene, dunque, come sia difficile riuscire a dominare tale fiume in piena di immagini, idee, emozioni, soprattutto se ci sentiamo mentalmente affaticati. I pensieri intrusivi si fanno infatti tendenzialmente più intensi e potenti quando ci sentiamo “cerebralmente esauriti”, in caso di deprivazione di sonno o se siamo sottoposti a stress particolarmente intensi. Va da sé che dominare tali ossessioni in condizioni più avverse del normale sia ancora più difficile.

Ti stai chiedendo, quindi, come spegnere i pensieri? Allora, posso dirti che sebbene sia complesso, è senz’altro possibile allenarsi a dominare i pensieri e le emozioni che ne conseguono. Come per ogni attività, l’affinamento dei percorsi e la pratica sono l’essenziale e, nel caso dei pensieri avversi, ad esempio, la terapia cognitivo-comportamentale si propone in primo luogo di riconoscere e analizzare i pensieri disfunzionali o irrazionali, per poi passare ad una ristrutturazione quanto più possibile estesa del pensiero.

Una delle tecniche riconosciute come efficaci e soddisfacenti, è senza dubbio la Mindfulness che, attraverso tecniche di meditazione, si propone di radicare chi la pratica al momento presente, nel “qui e ora”, liberando la mente da ogni pensiero tossico o ricorsivo, o ancor meglio, guidando il soggetto verso l’accettazione di episodi negativi o separazioni forzate.

Se allenati quotidianamente, l’esercizio della concentrazione sul respiro, la ricerca di un equilibrio mentale e la centralizzazione dell’Io hanno un ruolo chiave nella gestione e nell’accettazione di immagini che irrompono nella mente in maniera improvvisa provocando ansia e disagio. Insomma, spegnere completamente i pensieri non è semplice, ma di sicuro, con disciplina e pratica, potrai imparare a relegarli al ruolo che meritano.

Quali sono gli effetti positivi del non pensare assiduamente?

non pensare a qualcuno o qualcosa concetto di felicità

La meditazione, lo yoga e in generale la focalizzazione su attività quali lo sport, la lettura o altro, se praticate con assiduità, permettono di allenare la mente ad alleggerire il carico psicologico dei pensieri ossessivi.

Non solo, la Mindfulness, ad esempio, è attivamente coinvolta nel miglioramento della risposta immunitaria e nella gestione del dolore di chi la pratica. Si ritiene inoltre che migliori l’umore (riducendo ansia, stress e aumentando le emozioni positive), la vita di relazione (agendo positivamente sull’intelligenza emotiva) e produttività e concentrazione.

Insomma, come avrai capito, la meditazione è in grado di agire a vari livelli, favorendo nel complesso un benessere psicofisico che si estende a tutte gli ambiti della vita. Praticando otterrai benefici nella tua vita di relazione, a livello lavorativo e personale. Che dici, vale la pena di provare? Dedicami ancora qualche minuto del tuo tempo, nei prossimi paragrafi ti darò qualche spunto per sfruttare la tecnologia a tuo favore sotto questo punto di vista.

Si può smettere di pensare costantemente?

non pensare a qualcuno o qualcosa concetto di meditazione

Non solo meditazione, comunque, perché nel tempo sono state proposte moltissime tecniche funzionali alla gestione di pensieri intrusivi.

Se vuoi smettere di pensare a qualcuno o qualcosa, potresti per esempio adottare una tecnica paradossale: analizza la tua ossessione e proponiti di dedicarvi alcuni spazi durante la giornata. Pensa intenzionalmente all’immagine che ti spaventa o ti crea ansia, fallo ogni giorno per una mezz’ora, ad un orario stabilito. Poi, smetti di pensarci, considerando che, se volessi farlo in orari inusuali, dovresti scrivere a cosa pensi (sì, nero su bianco).

Con il passare del tempo, avverrà una certa “derealizzazione” di tali idee. Addirittura, noterai una minore intrusività nella tua vita, ovvero i pensieri ossessivi irromperanno meno nella tua routine e, pian piano, potrebbero auspicabilmente scomparire.

In alternativa, potresti provare a guidare la tua mente lontano dal pensiero ossessivo. In che modo? Certamente non potrai, purtroppo, evitare che il pensiero irrompa improvvisamente nella tua mente, tuttavia potrai allenarti a gestire le emozioni che da esso derivano. Fatti guidare da uno psicologo o da un terapista in questa tua “battaglia”, i professionisti del settore sapranno sicuramente indirizzarti verso la strategia migliore per te.

E poi, ci sono sempre i soliti, semplici consigli per smettere di pensare costantemente o, quantomeno, per tentare di distrarsi da ruminazioni mentali che stiano iniziando a connotarsi come ossessive:

  • Cerca di abbassare i tuoi livelli di stress lavorativo e personale;
  • Dedicati ad un’attività sportiva blanda ma costante, in modo da creare nuove abitudini;
  • Cerca di fare ciò che ti piace, tieniti occupato con un hobby;
  • Coltiva relazioni interpersonali positive e stimolanti (ciò significa che è fondamentale allontanarsi, invece, dai cosiddetti «rapporti tossici»).

Quali app che favoriscono la calma e rilassano la mente?

non pensare a qualcuno o qualcosa concetto di relax

Pochi paragrafi fa, ho introdotto il concetto di Mindfulness e l’ho descritto come una potente tecnica che potrebbe divenire la “chiave di volta” per la risoluzione dei tuoi problemi di ruminazione mentale.

Come già detto, è assolutamente consigliabile rivolgersi a professionisti del settore, maestri Yoga o esperti in meditazione. Non solo, potrai provare a lavorare su te stesso anche avvalendoti della tecnologia che negli ultimi anni ha prodotto un’interessante nicchia di servizi, dedicati proprio alla crescita personale, al benessere mentale e a quello fisico. Nell’approfondimento che ho dedicato proprio alle applicazioni per allenare la mente, ho citato alcuni dei servizi che sono (secondo me) più utili alla causa.

Allo stesso modo, comunque, potrai sfruttare la potenza di internet per reperire corsi di Mindfulness, tutorial virtuali per imparare a meditare e per allenare la tua lucidità mentale. Ti basterà fare una semplice ricerca su YouTube per imbatterti in moltissimi video che ti spiegano come allontanare lo stress, l’ansia e i pensieri intrusivi, in modo da migliorare la tua soglia di attenzione e il tuo rendimento scolastico o lavorativo. Come potrai facilmente vedere, moltissimi psicologi, psicoterapeuti e medici si sono adoperati per confezionare corsi interattivi, video e brevi clip dedicati proprio ad argomenti relati alla salute mentale.

Usa questi strumenti come punto di partenza per avvicinarti ai tuoi conflitti irrisolti e poi valuta se fosse il caso di effettuare una consulenza psicologica online. Ora come non mai, infatti, sedute di psicoterapia e incontri in videoconferenza stanno avendo un ruolo chiave per la gestione di tutti quei pazienti che desiderino affrontare i propri problemi seppure a distanza o, semplicemente, superando il classico rapporto psicologo-paziente, relegato tra le “quattro mura” di un ambulatorio.

Come smettere di pensare in base a una circostanza?

A questo punto, dopo aver discusso di come sia possibile non pensare a qualcuno o qualcosa in senso generale, vorrei affrontare, tramite brevi focus, situazioni potenzialmente generatrici di pensieri intrusivi.

Alla persona amata

A chi non è capitato di ritrovarsi, anche inconsciamente, a pensare al proprio ex-partner? Ebbene, le delusioni d’amore possono dare il là a veri e propri loop ossessivi in grado di rovinare la vita di chi li prova (e nei casi più gravi anche di chi li subisce). Come smettere di pensare a una persona amata, quindi? Ti sembrerà la fiera della banalità, ma una delle chiavi per imparare a dominare i propri pensieri è l’accettazione.

Prova a riflettere sulla vostra vita insieme e su ciò che tu e lui (o lei) avete sbagliato, accettalo e passa oltre, con la consapevolezza che aver fallito in una storia d’amore non necessariamente ti definisce come individuo. Inoltre, concediti del tempo, cercando di essere realista e circondandoti di una buona compagnia di amici che ti aiutino a tenere alto il morale.

A una persona defunta

L’accettazione della scomparsa di un caro, magari venuto a mancare improvvisamente, è un processo difficile e accidentato. Ciascuno interpreta la mancanza di una persona deceduta in base al proprio modo di pensare e alle proprie attitudini nei confronti della vita.

Ancora una volta, quindi, mi sento di consigliarti di prendere del tempo per riflettere sulle tue emozioni e sui tuoi sentimenti, ricordando che cercare di reprimere il pensiero, rischia addirittura di amplificare il carico emozionale che porta con sé. Parlane con qualcuno, accarezza i ricordi positivi che ti rimangono della persona che è venuta a mancare, e vedrai che il tempo saprà accompagnarti verso un maggior grado di serenità.

Alla morte o al dolore

Se, sfortunatamente, il pensiero della morte o quello della sofferenza (la tua o quella altrui) non ti danno tregua, allora forse è il caso di fare tua un poco di attitudine fatalista.

Parti dal presupposto che purtroppo la realtà dei fatti è che la morte è l’unico evento certo della vita, e poi cerca di interiorizzare tale pensiero, per tentare di stabilire con esso una convivenza “accettabile”. Se ti capita di venire distratto da un’immagine di morte che irrompe nella tua mente, prova a rispondere ad essa spostando la tua attenzione su un pensiero che invece, solitamente, ti rende felice.

Al desiderio di essere genitore

Se desideri così intensamente un figlio da aver trasformato la cosa in un vero e proprio pensiero ossessivo di genitorialità, ti consiglio di valutare la tua vita nel complesso. Tieni presente che caricarsi di stress per un desiderio che non si realizza, talvolta, rischia di peggiorare la situazione.

Dopodiché, rivolgiti ad un medico ginecologo, magari specializzato in procreazione medicalmente assistita. Egli saprà senza dubbio indirizzarti verso la giusta strategia che possa avvicinarti, passo dopo passo, al tuo desiderio di maternità o paternità.

A un episodio particolare

Allo stesso modo, se il tuo pensiero ossessivo riguarda invece un fatto particolare, qualcosa che ti è stato detto e che non hai saputo controbattere, allora ti do un consiglio semplice: lascia correre. Sii clemente con te stesso, è capitato a tutti di sentirsi stupidi per non aver saputo rispondere a tono a qualcuno che ci ha trattato con cattiveria, sufficienza o aggressività, quindi non lasciarti soffocare dalla frustrazione.

Se ti capita di ripensare alle critiche che ti sono state rivolte, agli errori o alle figuracce che hai fatto, prova a trovare il lato comico oppure abbatti il muro della vergogna e cerca gli aspetti positivi in tutto ciò che ti succede. Scoprirai un nuovo modo di approcciarti alla vita, imparerai a sfruttare il pensiero laterale come àncora di salvezza quando ti sentirai sopraffatto dalla tristezza o dalla rabbia.

Alla gelosia

Bada bene, tutto ciò che ho scritto finora vale anche in relazione a pensieri ossessivi di gelosia nei confronti della persona amata oppure verso qualcuno che stimi.

Il punto è sempre il solito: se il pensiero diventa troppo centrale nel contesto della tua quotidianità, prova a “spostarlo di lato” e a relegarlo ad alcuni momenti precisi della giornata, nei quali potrai dedicarti ad esso, per analizzarlo, studiare le cause che l’hanno generato ed esplorare le emozioni che ti suscita.

Alle dipendenze

Discorso a parte per quanto riguarda le dipendenze da fumo, sostanze d’abuso o abitudini voluttuarie. In questo caso, oltre ad un supporto psicologico, avrai bisogno anche di un sostegno medico (ed eventualmente farmacologico), che possa aiutarti a renderti indipendente da loop mentali e necessità fisiche dettate dall’astinenza.

Nella fattispecie, il mio suggerimento è quello di affidarsi, se possibile, ad una clinica specializzata oppure cercare gruppi di sostegno e percorsi ospedalieri dedicati a questa tipologia di disturbi.

Come non pensare a niente?

Infine, vale la pena parlare un poco di come avviarsi verso il sonno serenamente. È possibile non pensare a niente prima di dormire? Ebbene, magari sarà anche possibile (dovremmo parlarne con ascèti o maestri di meditazione), certamente però non è affatto semplice abbandonarsi tra le braccia di Morfeo a mente completamente vuota. Sarà forse per i numerosi input che ci rincorrono anche tra le lenzuola, tra smartphone, computer, podcast e televisione, sarà per la frenesia della vita moderna, sta di fatto che spesso è difficile riuscire ad addormentarsi con piena serenità e senza neppure un pensiero o una preoccupazione in testa.

Ancora una volta, però, mi sento di consigliarti di prendere in considerazione la meditazione come momento di crescita personale e di “espansione dell’Io”, per riacquisire la reale percezione del “qui e ora”. Le tecniche di rilassamento e quelle di respirazione potranno senza dubbio aiutarti, con l’allenamento, ad avvicinarti al sonno in maniera più dolce e graduale, lasciando da parte stress, ansie e pensieri intrusivi.

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Autore
Lorenzo Renzetti
Sono un blogger e divulgatore informatico appassionato dell'informatica e dei servizi di social networking. Creo contenuti volti a migliorare l'esperienza utente su multi-piattaforma, tutelando privacy e sicurezza.

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