Come memorizzare velocemente: trucchi e consigli

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Imparare a memorizzare in maniera veloce ed efficace è un passo necessario nella vita scolastica, universitaria e professionale. Alcune persone partono senz’altro avvantaggiate, ed altre, più semplicemente, si ritrovano ad operare in contesti in cui le loro abilità naturali sono effettivamente sufficienti a superare la gran parte delle prove che si presentano loro.

Diversamente, e soprattutto laddove è necessario acquisire notevoli quantità di dati, è opportuno sviluppare alcune strategie pratiche per superare vittoriosamente l’ostacolo.

La memoria può essere infatti indirizzata ed esercitata, per adattarsi ai nostri contesti di vita ed alle nostre esigenze. Se volessimo fare un paragone, potremmo descriverla come un muscolo: come è possibile recarsi in palestra per aumentare la nostra resistenza fisica, così è possibile migliorare la nostra capacità di immagazzinare e gestire i dati memorizzati.

Per farlo basta servirsi di alcune tecniche consolidate, accessibili con facilità, le quali – con un po’ di sana fatica – daranno il loro risultato. Te le mostrerò in questa guida e le potrai usare singolarmente o in combinazione con i metodi per studiare velocemente che ti ho già proposto.

Faremo anche un breve viaggio teorico alla scoperta della nostra mente e proveremo a capire quali metodi siano più efficaci di altri per ricordare certi tipi di dati. Ti preciso, comunque, che io non sono uno psicologo né un esperto della mente: i miei consigli hanno solo finalità illustrative, e si fondano sulla mia personale formazione ed esperienza. Sta a te adattarli, di volta in volta, alle tue esigenze.

Fattori che incidono sulla memoria

memorizzare velocemente concetto di stress

Come tutte le funzioni del nostro corpo, la memoria può essere intaccata da stati di disagio o di malattia, sia fisica che psichica; anche l’età, ovviamente, può incidere sulla memoria, seppur in assenza di uno stato di demenza o di altre patologie, dove comunque l’esercizio mnemonico gioca un ruolo fondamentale per limitare i danni.

In molti casi comunque, ed in persone di tutte le età e condizioni sociali, le difficoltà di memorizzazione si riscontrano a causa di stress psicofisico, nonché di stati ansiosi o depressivi: se noti un legame tra le tue condizioni psicofisiche e la qualità della tua memoria, rivolgiti con fiducia al tuo medico curante, che saprà identificare il problema – anche con l’aiuto di uno specialista, se necessario – e ti saprà indirizzare verso la terapia migliore.

Evita senza se e senza ma il fai-da-te, molto in voga soprattutto in passato, attraverso l’assunzione di farmaci “miracolosi”, caffeina ed altre sostanze: è perfettamente normale dover affrontare momenti della vita con prestazioni ridotte anche a livello mnemonico, e la soluzione per superarli non è mai sostituirsi ad un medico senza averne le competenze.

Tecniche per ricordare e apprendere in fretta

Come ti ho già detto, è alquanto difficile creare una strategia di memorizzazione universale, perché le variabili in gioco sono tantissime. Su internet e nei corsi (spesso costosissimi) trovi solitamente una sintesi di tecniche tradizionali da cui, in effetti, è possibile che la maggioranza delle persone riesca a ricavare singoli consigli utili alla propria specifica situazione.

Senza entrare minimamente in polemica con chi svolge questo tipo di attività, è comunque piuttosto inopportuno far pagare grosse cifre per tecniche note da secoli. I metodi più antichi, peraltro, sono quelli più semplici ed efficaci, e si fondano tipicamente su di un misto di memoria spaziale e visiva, due dimensioni accessibili facilmente a tutti i soggetti sani.

Il metodo antico più famoso, da cui derivano gli altri, è detto di Simonide, dal nome del poeta greco del VI secolo avanti Cristo che se ne servì per primo: costui era stato invitato a pranzo dal re Skopas, in Tessaglia, ed era uscito dal palazzo poco prima che esso crollasse per un terremoto; ebbene, Simonide fu in grado di identificare i nomi di tutti i presenti, consentendone il recupero dalle macerie, semplicemente sfruttando la combinazione tra dato spaziale (il punto in cui erano collocati durante il banchetto) e il dato visivo (il loro volto).

I Romani, che davano enorme importanza alla declamazione in pubblico delle orazioni politiche e giudiziarie, ampliarono questo metodo inventando la cosiddetta «tecnica dei loci», descritta in un manuale di oratoria intitolato “Retorica ad Erennio”, e falsamente attribuito a Cicerone. Questo metodo è quello usato da molti esperti di mnemotecnica, e funziona proprio perché sfrutta più tipi diversi di memoria, spaziale, visiva, ed anche episodica.

Te ne do un veloce esempio. Immagina di dover memorizzare questo elenco di parole, tutte slegate tra loro:

  • Gatto;
  • Macchina da scrivere;
  • Bagnante;
  • Colore ciano;
  • Marmitta.

Secondo un’applicazione tradizionale della tecnica dei loci, il primo passo da fare è scegliere un ambiente che conosci o puoi ricostruire, come ad esempio casa tua o un tragitto che percorri ogni giorno.

Adesso identifica delle parti, dei frammenti di percorso: ad es. l’ingresso, il corridoio, la prima stanza, la seconda, etc.; ovviamente, se hai scelto una strada, potrai fare riferimento ad incroci, palazzi dall’aspetto significativo, alberi o fermate del bus.

A questo punto, colloca in ogni punto – in ogni locus, per usare l’espressione latina – uno degli elementi della lista. Per esempio, immagina di incontrare il gatto all’ingresso, poi di passare in corridoio e di trovare per terra la macchina da scrivere e, ancora, una signora che prende il sole in cucina come fosse al mare (una bagnante).

Non scandalizzarti di fare accostamenti assurdi o addirittura sconvolgenti, perché il nostro cervello tende a ricordare le immagini più strane ed impressionanti, perché dense di emozioni.

Puoi anche combinare più immagini assieme, sempre creando dei quadretti paradossali: il gatto potrebbe scrivere a macchina nell’ingresso, la bagnante potrebbe avere una tovaglia color ciano in corridoio e potresti inciampare in una marmitta prima di entrare in cucina.

Che tu ci creda o no, questo è uno dei metodi classici con cui si “impara a ricordare”, quello che, nelle sue mille varianti, viene venduto a caro prezzo come metodo speciale da moltissimi esperti o sedicenti tali. È chiaro che va adattato ai casi specifici delle singole discipline, sfruttando anche l’astrazione (soprattutto se i dati sono in parte numerici), e curando molto la sintesi dei dati da memorizzare; ti ho già dato qualche consiglio in merito nella guida su come creare una scaletta efficace di una materia o di un argomento.

Come memorizzare 30 pagine in poco tempo?

Prima di iniziare, chiarisci lo scopo della memorizzazione. È per un esame, una presentazione, o altro? Questo aiuterà a definire l’approccio migliore.

Pianificazione e Organizzazione

  • Dividi il Materiale: Suddividi le 30 pagine in sezioni più piccole e gestibili. È più facile memorizzare in piccoli blocchi piuttosto che tutto in una volta.
  • Pianifica il Tempo: Stabilisci un programma di studio che includa pause frequenti. La tecnica Pomodoro (25 minuti di studio seguiti da 5 minuti di pausa) è molto efficace.

Tecniche di Memorizzazione

  • Elaborazione Profonda: Invece di leggere passivamente, cerca di comprendere a fondo il materiale. Fai domande, riassumi con parole tue, e collega nuove informazioni a ciò che già sai.
  • Visualizzazione e Mnemonica: Usa tecniche mnemoniche come la “Memory Palace” dove associ informazioni a immagini e luoghi specifici nella tua mente.
  • Ripetizione Spaziata: Ripeti il materiale a intervalli crescenti. Ad esempio, dopo 1 ora, poi dopo 1 giorno, poi dopo una settimana.

Pratica Attiva

  • Insegnamento Fittizio: Spiega il materiale ad un “pubblico immaginario”. Insegnare è un modo efficace per rafforzare la memoria.
  • Flashcards: Usa flashcards per i concetti chiave, date, o definizioni. Questo metodo è particolarmente utile per materiale che richiede memorizzazione dettagliata.

Stile di Apprendimento

  • Visivo, Uditivo, Cinestetico: Identifica il tuo stile di apprendimento. Alcuni preferiscono ascoltare (audiolibri, registrazioni), altri visualizzare (mappe mentali, diagrammi), altri ancora apprendere attraverso l’azione (scrittura, pratica fisica).

Alimentazione e Sonno

  • Alimentazione Sana: Mangia cibi che favoriscono la concentrazione e la memoria, come noci, bacche, pesce e tè verde.
  • Sonno Adeguato: Assicurati di dormire a sufficienza. Il sonno gioca un ruolo cruciale nel consolidamento della memoria.

Revisione Finale

  • Ripasso Intelligente: Nelle ultime ore prima dell’evento, fai una revisione generale piuttosto che cercare di apprendere nuove informazioni.

Gestione dello Stress

  • Tecniche di Rilassamento: Pratica tecniche di rilassamento come la meditazione o la respirazione profonda per mantenere la calma e la concentrazione.

Ricorda che la memorizzazione efficace richiede tempo e pazienza. Non esiste un “metodo miracoloso”, ma con la giusta strategia e un approccio metodico, puoi migliorare significativamente la tua capacità di memorizzare grandi quantità di informazioni in un breve periodo.

Come memorizzare in base a una circostanza

memorizzare velocemente le informazioni

Vediamo adesso qualche consiglio rapido per memorizzare singole informazioni; come ti ho già detto, non esiste un metodo “perfetto”, quindi le mie osservazioni avranno carattere aneddotico, e si baseranno sulla mia personale esperienza. Fai qualche tentativo e non demordere: troverai anche tu la strada giusta per ricordare ciò che ti serve.

Una lingua straniera

Il metodo migliore per imparare una lingua è acquisirne gli automatismi. Quando parli in Italiano non pensi alle regole grammaticali, perché le hai acquisite in maniera naturale semplicemente parlando. Tutti gli altri sistemi (ad es. quelli fondati sull’assimilazione di regole grammaticali) hanno i loro limiti, ed infatti non sono utilizzati dalle maggiori scuole di lingua diffuse in tutto il mondo, dove invece la conversazione ha un ruolo preminente.

Il mio consiglio, quindi, è quello di sforzarti ad usare mentalmente la lingua straniera per stabilizzare l’uso che fai dei suoi costrutti, senza confidare troppo nella mera ripetizione di formule mnemoniche.

Verbi e vocaboli

È possibile imparare forme verbali e vocaboli attraverso l’apprendimento naturale, ma benché si tratti del metodo più stabile, è anche quello più lento. Per “fare prima”, l’unica soluzione è la ripetizione progressiva, identificando delle sequenze di suoni che aiutino la memorizzazione.

Questo tipo di memoria verbale, del resto, è la stessa su cui si fonda la poesia, con le sue cellule ritmiche e le rime.

Una banca dati

Per memorizzare dei dati sconnessi, ti consiglio personalmente la tecnica dei loci, da adattarsi al bisogno. Sii creativo: se devi memorizzare ad es. i nomi di antichi condottieri, non vergognarti di assegnare loro le maglie di una squadra di calcio, o di associarli brutalmente a personaggi del cinema e dello spettacolo per ricordarne i tratti caratteriali e le azioni significative.

Sequenze di numeri e tabelline

La memoria necessaria per ricordare i numeri è di carattere semantico, e di conseguenza non dovrebbe sussistere, nella media delle persone, una differenza significativa tra il ricordare il numero 23 e la parola ventitré. Nei fatti le cose sono più complesse, e per esperienza, è piuttosto comune che si tenda a ricordare la forma visiva del numero, cioè il simbolo “2” e il simbolo “3” piuttosto che la corrispettiva parola.

Il mio consiglio è quindi di diversificare le strategie: se ti accorgi che memorizzi meglio le parole, come ti ho già suggerito, prova a “fare leva” sulla ripetitività dei suoni; al contrario, se hai una buona memoria visiva, prova a combinarla con la prima per visualizzare, in contemporanea, anche il numero o una sua parte.

Come funziona la memoria

La memoria è un’attività tipica del cervello, e in quanto tale è radicata intimamente all’interno della sua fisiologia. Come molte funzioni cerebrali, non è possibile ridurre il suo studio ad un’indagine puramente anatomica, perché il cervello è un organo misterioso e complesso che racchiude in sé non soltanto un numero impressionante di funzioni, ma anche molteplici possibilità di adattamento ad eventi esterni (traumi, malattie, malformazioni) che consentono, in alcuni casi, di trovare equilibri impensabili.

Di conseguenza, la memoria è stata spesso studiata indirettamente partendo dalle sue anomalie, e – semplificando molto – si è giunti alla conclusione che un ruolo decisivo nella sua formazione sia giocato da una parte del cervello chiamata ippocampo (sì, ha lo stesso nome dei cavallucci marini, perché l’anatomista cinquecentesco che la scoprì, Giulio Cesare Aranzi, notò la somiglianza nella forma e ne fu talmente divertito da usare lo stesso nome).

Purtroppo però non sappiamo esattamente come funzioni l’intero meccanismo: probabilmente l’ippocampo (ed altre parti del cervello, come il talamo) collaborano tra loro nelle fasi di immagazzinamento della memoria per favorire la creazione di nuovi legami (sinapsi) tra le cellule cerebrali, sparse per tutto il cervello, dove materialmente sarebbero conservate le informazioni.

Da qui capisci perché memorizzare sia tanto complesso: praticamente, quando vai ad acquisire nuove informazioni stai riplasmando il tuo cervello, e ciò richiede uno sforzo notevole anche dal punto di vista biologico.

Tipologie di memoria

Gli scienziati sono riusciti anche a identificare diversi tipi di memoria, che sembrano a loro volta legati ad aree diverse del cervello: ad esempio è stato dimostrato che la memoria procedurale (quella che ti consente di portare il cibo alla bocca senza pensare di dover farlo, o quella che ti permette di suonare uno strumento) è più stabile di quella semantica (legata al ricordo di suoni e parole) e di quella episodica (legata al ricordo di eventi), perché le persone con problemi di memoria per età o malattia sembrano perdere solo alla fine le abilità procedurali, mentre dimenticano prima gli eventi vicini.

Come avrai intuito, quindi, la realtà biologica della memoria è talmente complessa da non poter essere di valido aiuto nella creazione di una strategia di memorizzazione, nonostante oggi moltissimi guru dello studio pretendano di offrire dei corsi “scientifici” in merito.

In realtà siamo tutti diversi, ed abbiamo – per ragioni genetiche o di esercizio – una diversa propensione per questa o quell’altra forma di memorizzazione, legate per l’appunto ad aree diverse del cervello. Per questo motivo esistono anche casi limite, quasi mostruosi.

Pensa alle persone dotate di “memoria eidetica” o fotografica, capaci di memorizzare in un istante uno stimolo visivo o sonoro, o i rari casi di ipertimesia, condizione fisica in cui un soggetto ricorda esattamente ogni istante della propria vita, compreso l’orario in cui si è lavato i denti dieci anni fa, il colore dello spazzolino e la musica che proveniva dalla radio!

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Autore
Giulia Busellato
Sono appassionata di viaggi, tecnologia, libri e radio. Ho collaborato con siti come L'Eco Vicentino, Notizie.it e Impulsemag.it. Il mio sogno nel cassetto è girare l'Europa in un camper domotico ed elettrico insieme al mio cane "Google".

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