Come capire che università fare?

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Scegliere l’università giusta richiede di considerare i tuoi interessi accademici, obiettivi di carriera, la reputazione dei programmi offerti, la posizione geografica dell’università, i costi e le opportunità finanziarie, e le tue impressioni personali dopo aver visitato il campus o parlato con studenti e laureati. È importante anche valutare le risorse e il supporto accademico disponibili per massimizzare la tua esperienza educativa e professionale.

Come capire se l’università fa per te?

Vuoi davvero fare l’università? Non è un quesito retorico. Anzi, va approcciato con la mente sgombra da pregiudizi propri o altrui. È indubbiamente vero che una laurea migliora la propria formazione ed è indispensabile per accedere a determinate professioni: in Italia, il numero dei laureati è molto più basso rispetto a quello di altre nazioni europee, con ricadute negative per il comparto del lavoro tutto e per le possibilità di carriera del singolo.

È tuttavia importante ricordare che alcune professioni non richiedono una laurea. Precisamente, sto parlando di quelle che privilegiano un ingresso nel mondo del lavoro il più possibile anticipato, per imparare sul campo le competenze necessarie alla professione. Non solo: esistono scuole professionali e corsi specifici che sono più efficaci nel permettere di acquisire più velocemente le competenze necessarie a iniziare una specifica attività lavorativa.

Immagina il tuo futuro

La prima domanda da porti non è quale università vuoi fare, ma quale lavoro vorresti fare e che futuro immagini per te stesso – lavorativo e personale – una volta finite le superiori.

Prendi in considerazione tutte le variabili: vuoi rimanere nella città in cui vivi o trasferirti? La carriera sarà una priorità o ti piacerebbe metter su famiglia? Sembra assurdo pensare a queste variabili quando non si è ancora maggiorenni, ma cominciare a riflettere con il proprio futuro con la giusta consapevolezza ti aiuterà a uscire da alcuni schemi mentali, che possono falsare la tua percezione del “problema università”.

Come valutare predisposizioni e interessi?

Una volta fatta un po’ di chiarezza sul futuro che immagini per te, è il momento di prendere in considerazione le tue capacità e i tuoi interessi. È il passaggio più semplice e in cui puoi ottenere supporto concreto da scuola e insegnanti: chi segue il tuo percorso di studio da qualche anno conosce le tue capacità e potrà consigliarti su quali discipline puntare. Scientifiche o umanistiche? Quale settore nello specifico? Difficile immaginare per esempio di intraprendere una laurea in farmaceutica se si è negati per la chimica: tieni in considerazione quali sono le tue qualità di studente, ma senza precluderti ancora nulla.

Un aspetto più sottovalutato è quello legato alle inclinazioni e agli interessi personali. Se hai una passione o un hobby che coltivi da tempo, valuta se possa essere trasformato in una professione o ti possa aiutare in uno specifico campo. Attenzione però: spesso trasformare un passatempo in una professione, oltre che difficile, può rivelarsi deleterio: fare qualcosa per propria volontà è molto diverso dal farlo come lavoro, con obblighi e scadenze!

Ripensa alla tua carriera scolastica

Il rendimento scolastico è una “spada a doppio taglio”: da una parte fornisce alcuni dati piuttosto oggettivi sulle capacità di uno studente, dall’altro fotografa un momento transitorio come l’adolescenza: le persone maturano molto negli anni universitari e alcuni studenti poco disciplinati diventano organizzati e precisi (e viceversa).

Se sei uno studente che sopporta bene lo stress d’interrogazioni e verifiche, che ha medie piuttosto costanti nei voti e gestisce bene i grandi carichi di lavoro, puoi valutare l’ingresso in un’università molto competitiva; mentre se, al contrario, fatichi a mantenere il tuo rendimento costante o gestisci con alti e bassi i periodi di forte stress, un indirizzo universitario che richieda tanti CFU, un test d’ingresso iper selettivo e tantissimi esami a ogni sessione potrebbe non fare per te.

Una domanda molto onesta da porsi è questa: quanta voglia avrai di studiare, sacrificando il tuo tempo libero, una volta finita la scuola dell’obbligo?

Non dimenticare il contesto familiare

La scelta dell’università dovrebbe essere individuale, ma la famiglia ha un peso importante nella decisione finale, sia in senso positivo sia negativo. Il primo elemento da tenere in conto è la situazione economica familiare: ti consente di frequentare l’università dei tuoi sogni, magari fuori sede? Il secondo elemento da non trascurare sono eventuali véti posti dai genitori: talvolta una mamma o un papà vogliono che i figli intraprendano la loro stessa carriera o scelgano un’università “sicura”, scontrandosi con le volontà del figlio.

Se hai una o entrambe queste difficoltà, non devi rinunciare alle tue aspirazioni: pianifica per tempo il tuo percorso, informati su borse di studio e altre agevolazioni economiche, risparmia più che puoi e valuta l’opzione di un lavoretto estivo per mettere da parte una somma che ti permetta di affrontare tasse d’iscrizione e altre spese. Un atteggiamento serio e pragmatico, vòlto al realizzare il proprio sogno in maniera concreta e non solo a parole, alle volte è sufficiente a convincere i genitori più scettici.

Informati sulle specificità della professione

Quando ti sei fatto un’idea più precisa su che tipologia di mestiere ti piacerebbe fare, comincia a informati in concreto su cosa comporta la specifica professione, quali sono le opportunità sul mercato del lavoro e quali abilità sono richieste.

Ricorda sempre che l’università non ti darà tutte le nozioni teoriche e pratiche necessarie ad affrontare il lavoro dei tuoi sogni, bensì una sorta di infarinatura nozionistica e pratica, che renda il tuo sapere via via più specialistico in un dato campo. Il mondo del lavoro è in costante evoluzione e le richieste cambiano continuamente. Tenersi aggiornato significa scegliere l’università migliore, certo, ma anche valutare corsi integrativi, stage ed esami opzionali più adatti per avere la migliore formazione possibile.

Cerca di metterti in contatto con chi quel lavoro lo fa già, attraverso le tue conoscenze o usando i social network (su tutti LinkedIn). Chiedi direttamente a chi ha già esperienza pratica dei consigli sulla tua formazione.

Serve partecipare agli open day universitari?

Gli open day – ovvero le giornate in cui le università presentano la loro offerta formativa agli studenti delle superiori – sono davvero importanti per farsi un’idea precisa non solo della facoltà che si vuole frequentare, ma anche della sede in cui si vuole farlo. Tuttavia, non dimenticare che si tratta di eventi promozionali, in cui le università mostrano il lato migliore di sé per convincere le future matricole a sceglierle.

Se sei indeciso tra due o tre università differenti, spulcia i programmi online, leggi le procedure d’iscrizione e informati sulle tasse da pagare, ma fai anche un giro sulle pagine Facebook non ufficiali e nei punti di ritrovo fisici (bar, caffè, copisterie) che fanno da punto di riferimento per gli studenti e i laureati: potrai avere un assaggio del “dietro le quinte” e regolarti di conseguenza.

Serve fare un’esperienza lavorativa?

Oltre agli stage e all’alternanza scuola/lavoro, prendi in seria considerazione la possibilità di avere un’esperienza professionale di qualsiasi tipo, anche slegata dalla professione dei tuoi sogni. Oltre a darti un piccolo introito economico, avere un lavoro cambia decisamente la prospettiva di una persona, posta di fronte a nuove responsabilità, impegni e anche stress. Si tratta di un’esperienza formativa, che aiuta a capire meglio sé stessi: potresti scoprire che, a differenza di quanto immaginavi, sei portato per una professione a contatto col pubblico (e viceversa) oppure, al contrario, detesti la routine da ufficio e hai bisogno di un lavoro ricco di nuovi stimoli, ami o odi la competizione, preferisci organizzarti da te o lavorare in gruppo.

Basta un semplice lavoro nel settore dei servizi (cameriere, standista, promoter) per imparare a conoscersi un po’ meglio: è bene però non aspettare la fine dell’università per scoprire – troppo tardi – le proprie inclinazioni.

Cosa fare se ho paura di sbagliare?

La scelta dell’università è un momento importante della vita di uno studente, ma spesso si prendono decisioni sulla base di aspettative e valutazioni distorte, angoscianti dalla paura di fallire. Non farti schiacciare dal presente: nel corso dei (minimo) tre anni necessari a laurearti, il mondo del lavoro cambierà molto, e ciò che è davvero richiesto oggi, potrebbe non esserlo più domani, o cambiare parzialmente: non basare dunque la tua scelta sullo scenario presente, perché tante cose cambieranno nel mondo del lavoro e nella tua vita.

Scardinare a livello mentale la visione catastrofica del fallimento è fondamentale: le università sono pensate per permettere agli studenti di cambiare facoltà e sede nel caso si rendano conto di aver fatto una scelta sbagliata. Non c’è nulla di male nel prendere atto di aver scelto l’università sbagliata: finché non si comincia a frequentarla, è impossibile sapere se si è fatto o meno la scelta giusta. Tuttavia, è importante non farsi paralizzare dalla paura. Meglio cambiare indirizzo dopo pochi mesi e recuperare il tempo perduto piuttosto che continuare controvoglia per non contraddire la propria scelta iniziale e ammettere di aver sbagliato, finendo per abbandonare gli studi o trascinandosi stancamente alla laurea.

Pensa a un piano B

Se hai scelto un’università molto competitiva con un rigido test d’ingresso, contempla l’ipotesi che potresti non riuscire ad accedervi al primo tentativo; dunque, pianifica di conseguenza. Se sai che dovrai affrontare un test, comincia a prepararti adeguatamente da subito, anche se magari sei ancora in terza o quarta superiore: avrai tutto il tempo necessario di capire cosa richiederà il test e dove devi applicarti di più. Potrai inoltre chiedere agli studenti più grandi di te che lo affronteranno dettagli in merito.

Non provare il test d’ingresso a una sola università: affrontane almeno un paio. Se dovessi venire bocciato nella tua prima scelta, avresti la possibilità di valutare se ripetere il test l’anno successivo o – magari – iscriverti alla seconda, qualora venissi ammesso. Se non riuscissi a passare nessuno dei test, allora dovresti rivedere il tuo percorso e capire cosa è andato storto nella preparazione.

Nel caso tu decida di ripetere il test l’anno successivo, non lasciare passare quell’anno invano: oltre a studiare, valuta di iscriverti a corsi professionali per acquisire nuove competenze (imparare una nuova lingua o l’utilizzo di un software specifico) e tenta la strada dello stage o del lavoro part time nel settore di tuo interesse. Arriverai alla laurea un anno più tardi dei tuoi coetanei, ma forte di un curriculum con già qualche voce all’attivo e competenze extra che loro potrebbero non vantare.

Cosa fare se non si sa che Università fare?

Scegliere l’università in cui studiare è un passo molto importante nella vita di un giovane. A volte, però, può essere un po’ complicato decidere quale università sia la migliore per noi. In questo caso, è fondamentale fare una profonda riflessione su quali sono i nostri interessi, aspirazioni e obiettivi e confrontarli con le proposte delle diverse università. Inoltre, è utile informarsi sui programmi di studio offerti, i docenti e le strutture presenti. Ci si può anche rivolgere a familiari, amici e studenti universitari per avere un loro parere e consiglio. Un altro aiuto può venire dai test di orientamento e dalle giornate di orientamento organizzate dalle università stesse. Infine, non bisogna avere paura di cambiare idea e di provare diverse università per trovare quella che meglio si adatta ai nostri interessi e alle nostre esigenze.

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Autore
Anna Del Din

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