Come diventare un hacker etico?

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Per diventare un hacker etico, è necessario seguire un percorso di formazione e acquisire conoscenze specifiche nel campo della sicurezza informatica. Ecco i passi da seguire:

  1. Formazione di Base in Informatica: Inizia con una solida formazione in informatica, acquisendo competenze in programmazione, reti e sistemi operativi. Comprendere il funzionamento di computer e reti è fondamentale.
  2. Comprendere la Legge: Familiarizzati con le leggi sulla sicurezza informatica e sulla privacy nel tuo paese. È importante conoscere i limiti legali dell’hacking etico.
  3. Apprendimento Continuo: La sicurezza informatica è un campo in costante evoluzione. Mantieniti aggiornato sulle nuove minacce, tecniche e strumenti attraverso corsi, workshop e risorse online.
  4. Certificazioni: Ottenere certificazioni riconosciute nel settore può aumentare la tua credibilità come hacker etico. Alcune certificazioni popolari includono Certified Ethical Hacker (CEH) e CompTIA Security+.
  5. Etica e Valori: Comprendi profondamente l’importanza dell’etica nell’hacking etico. La tua missione è proteggere sistemi e dati, non danneggiarli.
  6. Pratica in Ambiente Controllato: Inizia a fare pratica su reti e sistemi in un ambiente controllato. Puoi farlo utilizzando laboratori virtuali o partecipando a programmi di bug bounty legali.
  7. Studia le Vulnerabilità: Impara a identificare e sfruttare vulnerabilità comuni nei sistemi, ma fallo solo in un contesto legale e con il permesso del proprietario del sistema.
  8. Valutazione della Sicurezza: Impara a condurre test di penetrazione (penetration testing) e valutazioni della sicurezza per identificare vulnerabilità nei sistemi e aiutare a correggerle.
  9. Collabora con la Comunità: Entra a far parte della comunità di hacker etici. Partecipa a conferenze, forum online e collabora con altri professionisti per condividere conoscenze e esperienze.
  10. Certificati di Riservatezza: Rispetta sempre la privacy e la riservatezza delle informazioni che ottieni durante le tue attività di hacking etico.
  11. Carriera Professionale: Considera una carriera come consulente di sicurezza informatica, penetration tester o analista della sicurezza informatica. Le opportunità di lavoro nel settore della sicurezza sono in costante crescita.
  12. Rispetto delle Normative: Assicurati di seguire le politiche e le procedure aziendali quando svolgi attività di hacking etico all’interno di un’organizzazione.
  13. Formazione Continua: La sicurezza informatica è un campo in cui è fondamentale continuare a imparare e adattarsi alle nuove minacce. Continua a formarti e a migliorare le tue competenze.

Ricorda che l’hacking etico è una disciplina che richiede responsabilità e una forte comprensione delle implicazioni etiche e legali delle tue azioni. Pratica sempre l’hacking etico in modo legale, etico e responsabile.

Quali sono i criteri di classificazione degli hacker?

Da circa un trentennio, gli hacker sono classificati a seconda del loro ruolo socio-economico, distinguendoli in maniera pittoresca, con dei colori di “divisa”, quasi come se avessero un cappello come simbolo.

Si parla quindi di:

  • White hat: hacker “buoni” o etici, di cui ti parlerò in questa guida, assunti dalle imprese per identificare i difetti di un sistema informatico;
  • Black hat: hacker “cattivi”, cioè criminali che violano la sicurezza di un sistema informatico per rubare informazioni, chiedere riscatti o ordire truffe, senza tralasciare le ipotesi più estreme degli attacchi con finalità di spionaggio o ancor peggio (ad es. compiendo exploit o phishing). Si tratta di una piaga molto pericolosa del mondo dell’informatica contemporanea, che può portare a condanne penali molto pesanti.

Accanto a queste due categorie tradizionali, ne è emersa col tempo una terza, chiamata «gray hat»: si tratta di una realtà marginale fatta di persone che individuano bug o altre vulnerabilità per ragioni diverse sia da quelle degli hacker buoni, che da quelle degli hacker cattivi. Tra queste, possono esservi il semplice studio di un sistema, il desiderio di ottenere caratteristiche non previste dai programmatori, o altre ragioni più o meno innocenti.

Si tratta comunque di un’attività rischiosa che, in ogni caso, può violare innumerevoli norme e sfociare in condotte penalmente rilevanti.

Chi sono i white hat professionisti?

I white hat sono quindi tecnicamente degli hacker, cioè degli esperti che indagano il funzionamento di un programma informatico, ma la loro funzione è piuttosto complessa all’interno della struttura progettuale delle imprese, e in effetti possono assomigliare a dei tester di altissimo livello, che lavorano in sinergia con gli ingegneri per scoprire i difetti e i limiti delle tecnologie informatiche.

Un esempio classico può essere la storia (reale e piuttosto simpatica) dei primi contatti di Bill Gates con il mondo della programmazione: quello che poi diventerà l’uomo più ricco del mondo era solo un adolescente nel 1968, quando mise le mani sul computer affittato dalla sua scuola, riuscendo a farlo bloccare innumerevoli volte e, infine, trovando un bug interno che gli consentiva di bypassare il timer imposto agli utenti (infatti all’epoca i computer erano talmente costosi da essere affittati in base ai secondi d’uso del processore). La società titolare dell’apparecchio, dopo un primo momento di imbarazzo (che costò al giovane Bill l’espulsione dalla sala computer!), decise di assumerlo perché hackerasse metodicamente tutti i loro sistemi, e fu così che egli iniziò a lavorare nel settore.

Oggi, la realtà di un white hat non è ovviamente paragonabile alle immagini rétro dell’adolescenza di Bill Gates, e se è vero che alcuni di questi professionisti possono essere occasionalmente reclutati tra appassionati dotati di un grandissimo talento, pure la complessità dei sistemi moderni impone la conoscenza approfondita dell’informatica. Ne consegue che i white hat siano, tipicamente, dei laureati in informatica con competenze specifiche nel settore, ma non è necessariamente vero che debbano aver seguito un corso di studi universitario, come ti dirò più avanti, perché persone molto dotate, e disposte ad applicarsi allo studio, possono raggiungere ottimi livelli anche grazie a corsi privati di programmazione e sicurezza.

Chi può assumere un hacker “buono”?

I datori di lavoro dei white hat sono tutte le imprese e gli enti pubblici o privati non commerciali che abbiano interesse a testare la qualità dei loro sistemi informatici.

Si parla quindi di software, siti web e architetture di rete collocate presso banche, uffici amministrativi o presso le medesime società che li creano, le quali devono essere certe della qualità del loro prodotto. Si tratta, evidentemente, di un lavoro di altissimo livello che si fonda anche sul prestigio e la rispettabilità personale del professionista coinvolto.

Quanto guadagna un hacker etico?

Un hacker etico, o hacker for good, è una persona che utilizza le sue abilità informatiche per scovare vulnerabilità e proteggere le reti di computer e dati sensibili. Molti si chiedono quanto possa guadagnare un hacker etico. La risposta dipende da diversi fattori, come l’esperienza, la formazione e le certificazioni. In generale, un hacker etico può guadagnare una cifra molto simile a quella di un esperto di sicurezza informatica, con un salario medio annuale che può variare da $80.000 a $150.000 negli Stati Uniti. Tuttavia, un hacker etico può anche ottenere entrate supplementari attraverso progetti freelance, partecipando a programmi di bug bounty o offrendo servizi di consulenza alle aziende per migliorare la loro sicurezza informatica. Inoltre, in alcuni paesi, il lavoro di un hacker etico è molto ricercato e il loro salario può essere più elevato rispetto ad altri paesi.

Cosa bisogna conoscere per essere un hacker?

Le conoscenze richieste ai white hat sono tipicamente legate alle tipologie di lavoro che devono compiere, ma di solito tra esse troviamo:

  • Programmazione di alto e basso livello (vedi in séguito per la distinzione);
  • Gestione avanzata di sistemi IT (Information technology, cioè computer e reti);
  • Amministrazione di reti;
  • Sicurezza e programmazione web;
  • Ingegneria sociale;
  • Capacità spiccate di ragionamento e problem solving;
  • Gestione dei protocolli.

Quali linguaggi di programmazione deve conoscere un hacker etico?

Non è possibile conoscere i requisiti richiesti ad un white hat a livello di programmazione senza sapere che attività dovrà compiere. In generale, comunque, potrebbe essere richiesta una competenza in uno o più di questi àmbiti:

  • Programmazione di basso livello: è quella che comunica direttamente con l’hardware, e traduce in brevi parole inglesi delle istruzioni in linguaggio-macchina. Sono i linguaggi detti “assembly”, con cui sono creati gli elementi essenziali del Sistema Operativo;
  • Programmazione di alto livello: è quella del software più complesso, che non sarebbe possibile scrivere in Assembly perché i codici sarebbero lunghissimi e illeggibili. Questi linguaggi sono quelli di uso più comune, come il C, il C++, il BASIC e molti altri. Il tuo browser web, ad esempio, è scritto con questo tipo di linguaggi;
  • Programmazione web: sono i linguaggi legati al mondo di Internet e dei servizi online, quindi pagine web ed app che funzionano con script, cioè codici interpretati sul momento da un software-interprete, come Java, Tcl, Python e PHP.

Quanto costa un corso di ethical hacker?

Non c’è una risposta esatta a questa domanda poiché il costo di un corso di ethical hacker può variare notevolmente a seconda di diversi fattori come la qualità del corso, la durata e la modalità di insegnamento. In generale, i corsi offerti da istituti di formazione accreditati e riconosciuti possono essere più costosi, ma possono offrire un’istruzione di qualità superiore. Inoltre, i corsi online possono essere più convenienti rispetto a quelli in aula. Inoltre, ci sono anche corsi specializzati che possono avere un prezzo più alto rispetto a quelli di base. In media, un corso di ethical hacker può costare da qualche centinaia di euro fino a migliaia di euro. Tuttavia, è importante investire in una buona formazione per diventare un ethical hacker qualificato e preparato per il futuro.

Quali sono i sistemi operativi per hacking etico?

Alcuni sistemi operativi sono stati più utilizzati di altri per gli scopi dei white hat, ma non esistono regole ferree. Posso farti alcuni esempi sulla base della realtà attuale.

Kali Linux

come diventare un hacker etico Kali Linux

Kali Linux è una distro Linux basata su Debian, pensata espressamente per favorire le operazioni di testing e penetration testing delle reti da parte dei white hat, ed offre preinstallati alcuni tool tipici; è probabilmente la versione di Linux per white hat più nota, perché discende da due progetti ormai dismessi, cioè WHAX (chiuso nel 2005) e soprattutto BackTrack (dismesso nel 2013, successore del precedente).

Si tratta di un sistema operativo non pensato per l’uso quotidiano, e solitamente non viene installato, ma adoperato live da USB o macchina virtuale, benché sia disponibile ovviamente l’installazione nativa. Per approfondire, leggi come usare Kali Linux.

Parrot OS

come diventare un hacker etico Parrot OS

Parrot OS è una distribuzione Linux basata su Debian, articolata nell’àmbito di un progetto molto flessibile che offre, tra l’altro, anche delle versioni adatte ad utenti comuni che vogliano esplorare per ragioni di studio il mondo della sicurezza informatica, disponendo di programmi di criptazione ed altri tool avanzati.

Sottosistema Linux per Windows 10

In Windows 10 puoi installare un sottosistema, cioè un insieme di librerie, che consentono a Windows di eseguire dei programmi Linux come se si trovassero nel loro ambiente originario.

È una soluzione potente, disponibile da non molto tempo, che già promette notevoli potenzialità. Trovi ulteriori informazioni a questo indirizzo del sito Microsoft.

Come diventare hacker etico partendo da zero?

Come avrai già capito, l’hacking etico non è alla portata di tutti. Nondimeno, il settore è aperto anche a persone molto motivate che, pur senza aver conseguito specifici titoli universitari, hanno acquisito solide competenze in uno o più campi.

Su Internet troverai numerosi corsi, anche o soprattutto online, che offrono la possibilità di acquisire competenze di programmazione anche piuttosto avanzate, ma ovviamente la loro serietà dev’essere verificata, soprattutto controllando le loro partnership con istituti di formazione ufficiali e/o con specifiche società informatiche, che spesso accompagnano la certificazione perché direttamente interessate ad assumere le persone in possesso delle competenze di white hat.

Esistono anche delle certificazioni indipendenti che offrono sia un corso che un esame aperto a candidati esterni, come quelle rilasciate dall’International Council of Electronic Commerce Consultants (EC-Council), organizzazione professionale statunitense che ha modellato i propri corsi sulla base delle esigenze di cyber-sicurezza del governo americano. In genere, queste certificazioni si pagano al momento dell’esame, e sono valide per un certo numero di anni, dopo le quali vanno rinnovate; ciò si rende necessario perché la rapida evoluzione delle tecnologie rende facilmente obsolete le competenze acquisite.

Come trovare lavoro come hacker etico?

A prescindere dalle competenze, trovare lavoro non è mai una cosa semplice, neanche in un settore in piena espansione come quello della sicurezza informatica. Certamente il possesso di certificazioni adeguate è un buon punto di partenza, ma il successo nel mondo del lavoro dipende anche dalla fortuna di trovarsi al posto giusto al momento giusto, inviando molti curricula agli uffici di selezione del personale delle imprese informatiche e facendo pratica, eventualmente, con persone già inserite nel settore.

Molto spesso comunque i white hat sono lavoratori autonomi, che non vengono assunti cioè con un contratto di lavoro dipendente ma sono pagati a cottimo in base a parametri definiti contrattualmente; ciò significa, in Italia, che sono tipicamente lavoratori a partita IVA.

È anche possibile, ovviamente, che un white hat lavori per un’impresa estera, cosa molto comune nel settore informatico.

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Autore
Lorenzo Renzetti
Sono un blogger e divulgatore informatico appassionato dell'informatica e dei servizi di social networking. Creo contenuti volti a migliorare l'esperienza utente su multi-piattaforma, tutelando privacy e sicurezza.

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