Come avere più autostima?

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Inizio il paragrafo dedicato ai consigli pratici per migliorare l’autostima con una serie di concetti generali, allo scopo di fornirti strumenti applicabili alle varie situazioni:

  • Se vuoi smettere di sentirti inadeguato ai momenti che ti capita di vivere quotidianamente perché non ti senti all’altezza, allenati a risolvere problemi. Parti dalle cose semplici, impara a ragionare per gradi e soprattutto cerca di farlo ponendo al centro di tutto l’auto dialogo. Parla con te stesso e chiediti cosa ti mette in difficoltà, cercando di affrontare il problema con spirito critico;
  • Sii più clemente con te stesso. Volersi bene e accettare le proprie imperfezioni non è semplice, soprattutto se l’autostima è molto bassa. Di fatto però la fiducia in sé stessi si coltiva giorno dopo giorno, imparando anche ad auto-complimentarsi per i risultati raggiunti, anche se questi sembrano infinitesimali. Potenzia la tua autoefficacia, riconoscendo che sei stato in grado di applicare una strategia risolutiva per il problema che hai appena superato, in breve tempo noterai un miglioramento notevole del tuo umore, dovuto alla soddisfazione di aver portato a termine un compito e alla consapevolezza che con impegno potrai ripetere la tua impresa (grande o piccola che sia stata);
  • Allontanati da detrattori, da persone dall’atteggiamento tossico e da possibili fonti di ansia o pressione (a proposito, hai avuto modo di dare un’occhiata all’approfondimento che ho dedicato alla gestione dell’ansia?). Credi che stare a contatto con bulli, persone con atteggiamento predatorio o soggetti cronicamente tristi possa aiutarti? La domanda è certamente retorica, ti consiglio quindi di concentrarti su di te, se puoi, dedicando tempo e spazio a chi ti fa sentire apprezzato e a chi fa il tifo per te.

Partendo da questi tre punti cardine, ti consiglio di impegnarti quotidianamente per migliorare te stesso, non tanto nel senso dell’acquisizione di nuove abilità, cerca piuttosto di potenziare la fiducia in te stesso rilassando mente e corpo, dedicando un po’ di tempo alla meditazione. Puoi aiutarti anche con delle app per rilassare la mente.

Inoltre:

  • Non lasciare che il tuo passato vizi anche il presente, impara a “lasciare andare” e non farti condizionare da eventi avversi ormai relegati nel passato. Impara a tenere a bada i pensieri intrusivi, perché essi rappresentano il primo germe per sensazioni di disagio e inadeguatezza;
  • Trasforma l’eccessiva emotività in forza. La tensione può essere positiva, può aumentare la nostra lucidità prima di una prova, ma cerca di non farti “divorare” da essa. Come fare? Razionalizza ciò che ti sta accadendo. Ad esempio, se ti stai avvicinando ad un esame importante e senti che la tensione ti sta schiacciando, dedica qualche minuto delle tue giornate all’auto dialogo, razionalizza ciò che sta succedendo ripetendoti che ciò che stai per fare è “solo” un esame, sostenuto da molti altri prima di te. Ricorda a te stesso le tue competenze, le tue capacità, non hai nulla meno degli altri;
  • Dedicati ad attività che ti piacciono e ti fanno stare bene. Leggi libri, guarda film e serie TV che ti ispirino se ne hai l’occasione, cambia le tue abitudini alimentari e prova ad impegnarti per migliorare sotto ogni aspetto. Il tutto dopo esserti chiarito le idee su ciò che sei per porti obiettivi realizzabili in relazione alle tue possibilità. Mi spiego meglio: non leggi un romanzo da molti anni e siccome senti il bisogno di cambiamento, in tutta risposta ti proponi di leggerne tre in un mese? Probabilmente non è la scelta giusta e anzi, potrebbe essere controproducente perché non appena ti renderai conto di non riuscire a sostenere quei ritmi finirai per deprimerti e peggiorare la tua già bassa autostima. Insomma, la chiave è fare ciò che si desidera con raziocinio;
  • Potendo, evita le imposizioni ma accetta di buon grado di impegnarti anche in cose che non vorresti fare. Non è certo semplice, lo so, purtroppo il lavoro, lo studio e in generale la vita ci mettono di fronte a prove che non vorremmo sostenere ma che, per un motivo o per l’altro, dobbiamo affrontare. Ebbene, anche in questo caso cerca di approcciarti ai doveri in maniera propositiva, lamentarti o rimandare non ti aiuterà a migliorare l’autostima. D’altro canto, affrontare e superare sfide che sembrano impossibili darà un notevole boost alla fiducia che nutri in te stesso.

Qualche tempo fa mi è capitato di scrivere un approfondimento su come mettere soldi da parte, cercando di non impattare troppo su passioni e piaceri della vita. Ebbene, anche in questo caso mi sembra giusto sottolineare come un’autostima che si regga sul conto in banca non può essere certamente reale. Se il tuo obiettivo nella vita è fare soldi, ma ti senti carente dal punto di vista della socialità, non riesci ad interpretare le tue emozioni e non ti piaci, sarà sempre tutto difficile quando ti troverai a doverti esporre per qualsiasi motivo. Insomma, non basare la tua vita sui soldi, piuttosto sulle relazioni autentiche e sulle esperienze formative.

Infine, se hai tentato tutte le “vie”, se hai messo in pratica tutti i miei consigli ma ancora non ti senti sicuro di te e la tua bassa autostima non ti permette di vivere con serenità le sfide che ti si propongono, allora vale davvero la pena consultare un esperto del settore. Tra l’altro, ora come non mai, si stanno diffondendo dei servizi di consulenza psicologica online, di cui ti ho già parlato.

Quali sono le conseguenze di un’alta autostima?

Cosa non si farebbe per avere un’alta autostima… ebbene, come potrai intendere, essere “confident”, avere fiducia nelle proprie capacità e accettare il proprio aspetto fisico danno senza dubbio la possibilità di “brillare di luce propria”, non sacrificando neppure un grammo delle proprie potenzialità.

Immagina di avere una voce fantastica, di trovare sollievo, piacere e gusto nel cantare, di sognare i palchi più importanti ma al contempo di non sentirti “abbastanza” per metterti alla prova. Ti sentiresti senza dubbio deluso, sconsolato, frustrato e magari anche depresso perché, per ragioni che non riesci a gestire razionalmente, non stai realizzando il tuo sogno. Dunque, comprenderai benissimo quanto sia importante lavorare su sé stessi per raggiungere la pienezza esistenziale, che possa permetterci di fare ciò che ci fa stare bene.

D’altro canto, però, avere un’alta autostima potrebbe diventare controproducente in alcuni casi. Un’eccessiva fiducia nelle proprie capacità innate potrebbe spingere a smettere di lavorare su sé stessi e di esercitarsi, di studiare o di lavorare intensamente per ottenere risultati. Il rischio, in ultima analisi, è quello dell’autocompiacimento, come il soprano che, memore delle sue antiche glorie, smette di esercitarsi quotidianamente, finendo per diventare “l’ombra di sé stesso”.

Cos’è e a cosa serve l’autostima?

Volendo semplificare una definizione complessa e articolata, si può dire che l’autostima corrisponda a un moto di stima nei propri confronti – sia dal punto di vista intellettuale che fisico – e di fiducia nelle proprie capacità.

Nel tempo, le più importanti personalità del mondo della psicologia hanno tentato di affinare tale concetto per definire tutti gli elementi che concorrono alla creazione dell’autostima. Per sintetizzare, potremmo dire che l’autostima non è altro che un costrutto cognitivo che trova le sue basi nell’autoanalisi, negli input che ci arrivano dall’esterno e nella capacità di soppesare e bilanciare ciò che siamo e la “spinta” verso ciò che vorremmo essere.

A questo punto è lecito chiedersi a cosa serve l’autostima. Ebbene, non credo di esagerare nel dire che la “self-esteem” (come la definiscono gli anglosassoni) è l’impalcatura su cui si reggono tutte le nostre interazioni con il mondo e che ci consente di affrontare i piccoli e i grandi problemi della vita con uno slancio più o meno propositivo. Più è alta l’autostima più ci daremo la possibilità di approcciare ogni sfida con grinta e determinazione; saremo in grado di stringere più rapporti sociali; e interagire in maniera rispettosa – e con maggiore frequenza – con i nostri simili, ci permetterà di essere più ambiziosi e di mettere a frutto le nostre competenze senza troppe remore.

A che età si può sviluppare l’autostima?

L’autostima si sviluppa fin dalla prima infanzia. I bambini iniziano infatti molto presto a prendere coscienza di sé e sono in grado di integrare informazioni sulla propria persona provenienti dall’esterno per confrontarle poi con la percezione che hanno di loro stessi.

Per questo motivo, come potrai facilmente comprendere, un ambiente familiare stimolante e positivo diventa fondamentale quando si tratta di gettare basi solide per far crescere un adulto con alta autostima.

Autostima nei bambini

Come anticipato, è già in età prescolare che un bambino inizia a creare l’impalcatura cognitiva e comportamentale che lo condurrà verso una vita adulta, che potrà essere soddisfacente e vissuta nel pieno delle proprie potenzialità, oppure timorosa o svilita.

Gli elementi che concorrono alla definizione dell’autostima nel bambino sono molteplici: dalle esperienze famigliari, in cui il bambino può vedersi riversata addosso l’insoddisfazione di genitori che non siano in grado di valorizzare le qualità del figlio, all’ambito scolastico e, in generale, a quello sociale, in cui invece il giudizio può giungere da parte di amichetti, insegnanti oppure estranei.

Donare al proprio figlio tutti gli strumenti necessari per effettuare un’analisi critica della realtà e delle proprie emozioni è quindi il primo passo per la costruzione della fiducia in sé e nelle proprie capacità. In questo senso sono molti i libri (sia a scopo didattico che divulgativo) dedicati all’argomento “bambini e autostima”, alcuni dei quali appositamente indirizzati alla fruizione da parte dei più piccoli.

Autostima negli adulti

Stante quanto appena scritto per quanto riguarda la creazione di una solida autostima nei bambini, bisogna comunque sottolineare che la perfezione non è certo di questo mondo, e con l’adolescenza (talvolta anche prima) nascono i primi dissidi legati a elementi di dismorfismo corporeo, al senso di inadeguatezza e alla paura di non essere accettati dai coetanei.

L’autostima è infatti frutto del discrimine tra quello che gli esperti definiscono “sé ideale”, ovvero l’immagine cui tendiamo con la fantasia e con i desideri, e il “sé reale”, che corrisponde a ciò che siamo nella vita quotidiana. Se le due immagini risultano molto distanti l’una dall’altra, il soggetto sarà portato a svalutarsi, a sottrarsi da situazioni che ritiene troppo stressanti e infine a sacrificare il proprio potenziale per paura di fallire o di cimentarsi in qualcosa di apparentemente rischioso.

La valutazione di sé dipende poi dal grado di auto-osservazione che siamo in grado di raggiungere (l’insight che ci permettere di interpretare i sentimenti, le emozioni, i pensieri), dal confronto con la realtà che ci circonda e dalla capacità di accogliere in maniera critica le opinioni degli altri riconoscendo in esse aspetti di verità rilevanti o meno.

Come potrai immaginare dunque, la visione olistica di tutti questi aspetti, uniti anche all’educazione, ad aspetti socioculturali e all’integrazione critica e ottimizzata degli input che provengono dall’esterno costituiscono un unicum complesso e variegato, dal quale poi scaturisce la valutazione di sé.

Cosa causa bassa autostima?

Da una parte, un ambiente familiare poco stimolante fin dalla prima infanzia, gestito magari da genitori poco attenti alle necessità formative e affettive della prole; dall’altra un ambiente esterno che nel periodo pre-adolescenziale e adolescenziale può spingere verso la creazione di ideali troppo distanti dalla realtà o eccessivamente sofisticati (prova a pensare al potere dei social media, con le foto patinate, gli influencers sempre felici, in perfetta forma e che fanno sfoggio di ricchezza e voglia di fare), tutto può concorrere allo sviluppo distorsioni cognitive e dell’interpretazione fallace della realtà, che si ripercuotono poi sull’autostima (di adulti e bambini).

Volendo fare un elenco che riporti i principali “imputati” nella definizione di una bassa autostima, direi:

  • Aspetto estetico non conforme ai canoni proposti dai social o, in generale, dai media (se sei mai stato leggermente sovrappeso o francamente obeso, più o meno alto della media, se le tue forme non sono corrispondenti a quelle più gettonate o se il tuo viso ti sembra sproporzionato, sai di cosa sto parlando);
  • Aspettative scolastiche o lavorative esagerate o fuori portata;
  • Attività sportiva, musicale o semplicemente capacità di socializzare non rispondente alla “norma” (definita da chi, poi?).

In sostanza quindi, tutto sembra attentare alla conservazione della nostra salute mentale e soprattutto della fiducia che riponiamo in noi stessi e nelle nostre capacità, il che molto spesso determina il rinforzo di distorsioni cognitive che finiscono, in ultima analisi, per peggiorare la valutazione della persona. Ti è mai capitato di fallire in un esame e di sentirti inadatto o incapace di sostenere qualsiasi altra prova? Ecco, stai mettendo in pratica la classica generalizzazione. Oppure: hai portato a termine un lavoro ma non ti senti poi così felice, perché ritieni che sia alla portata di chiunque; ebbene, stai minimizzando lo sforzo che hai fatto svalutando il tuo impegno.

Come si misura l’autostima?

Scommetto che a questo punto starai facendo mente locale per capire quali sono i tuoi punti deboli quando si tratta di fiducia in sé stessi. Se quello che vuoi sapere è come si misura l’autostima, allora inizio col dirti che fantomatici test reperiti “qua e là” su Facebook di certo non ti aiuteranno granché. Ti consiglio invece di dare un’occhiata alla scala di autovalutazione dell’autostima secondo Rosenberg, che dal 1985 è riconosciuta come presidio valido per la definizione della fiducia in sé.

Fai una rapida ricerca sul Web, la troverai facilmente. Rispondendo (senza riflettere troppo) a ciascuna delle domande proposte, otterrai un punteggio finale che ti darà modo di capire se hai un problema di autostima. Come avrai modo di leggere domanda dopo domanda, la scala di Rosenberg porrà al centro le tue emozioni e le sensazioni che hai provato nel recente passato.

Al termine del test, come dicevo, otterrai una valutazione, che potrai localizzare all’interno di fasce:

  • Punteggio inferiore a 15, la tua autostima è molto bassa, dovrai lavorare per imparare a volerti bene e a bilanciare le tue aspettative in relazione alla realtà;
  • Punteggio compreso tra 15 e 25, la tua self-esteem è buona, puoi considerare il tuo giudizio equilibrato e positivo. Cionondimeno considera che, in alcuni casi, punteggi troppo alti potrebbero essere correlati ad un’eccessiva tendenza all’autocompiacimento.

Tutto chiaro? Tieni presente che potrai sottoporre al test anche ragazzi e bambini, in modo da avere un quadro rapido dei livelli di autostima di chi ti sta a cuore ed eventualmente iniziare a lavorare su ciò che può essere migliorato per far raggiungere ai tuoi congiunti lo stato di benessere che desideri per loro.

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Autore
Anna Del Din

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